Launching Issue 10

TO LOOK WITHOUT FEAR: LE FOTOGRAFIE DI WOLFGANG TILLMANS RACCONTATE DALLA CURATRICE CLOE PICCOLI

Tillmans è interessato da quel processo che, a partire dall’immagine, riprodotta in diverse contesti come riviste, libri, cartoline, gallerie e musei, nightclub e video musicali, copertine di dischi, manifesti, spazi architettonici e palchi teatrali, attiva nuove dinamiche di relazione non gerarchiche, decentrate, aperte alle differenze. Può l’immagine mediata, riprodotta, avere un impatto più potente rispetto all’esperienza diretta dell’opera? Può essere ugualmente significativa anche se diversa?

LE HIGHLANDS SCOZZESI, UN VIAGGIO DELLA FOTOGRAFA BEA DE GIACOMO E DEL REGISTA MASSIMILIANO BOMBA. TESTO DI DOUGLAS STUART DAL LIBRO “IL GIOVANE MUNGO”

Un vento aspro spirava sul lago e nella sua furia gli faceva schioccare la stoffa del giaccone. Mungo non aveva mai assaporato un’aria tanto tersa, e vedendo che Gallowgate guardava altrove, ne approfittò per reclinare la testa all’indietro e cacciare fuori la lingua. Il vento aveva un sapore verde di erba di primavera, ma c’era in esso anche un marrone preistorico, quasi che avesse esplorato umidi glen torbosi e antiche foreste per millenni, in cerca della propria strada.

FOLCLORE NELLE EBRIDI, DI LISA ROVNER 

Nel 1938, la coppia acquistò l’Isola di Canna. Shaw la descrive così: È più piccola delle isole nei dintorni. Quando sei in mare, in navigazione verso di essa, ti accorgi di quanto sia verde. A nord e a sud vi sono alte scogliere, ricoperte fino alle estreme propaggini di folti prati erbosi. Spesso mi chiedono se la nostra non sia una vita solitaria. Non lo è. Le persone che lavorano con gli animali non si sentono mai sole. Ricordo che in una splendida giornata estiva arrivarono alcuni visitatori a bordo di un’imbarcazione. “Sei lontana dal mondo qui”, disse il velista. Sono al centro del mio mondo, fu la mia risposta. 

EUROPA DELL’EST. UN VIAGGIO DELLA FOTOGRAFA NIKKI MCCLARRON E DELL’AUTRICE CHARLOTTE HARDING

Spire di vapore si innalzano dai pentoloni sui tetti. Foschia fluttuante in sacche nitide. Tracce di brina. Rose potate alla perfezione. Singole file, alti fili d’erba, che si intridono dell’aria e del sole di ottobre. Lungo la strada sorge una vecchia casa. L’epoca di costruzione e i nomi sono incisi su una cancellata di legno, tra i tulipani. Ogni finestra in cui si sbircia è risplendente di vasi in equilibrio pieni di marmellata. I cornicioni pesanti di ricordi e di attimi inosservati. In corridoi rivestiti di pizzo, cavoli accoccolati. L’uva riempie intere ciotole.

L’ARTISTA LUCA TREVISANI VISITA CASA LOOS, TRA PRAGA E PILSEN

L’arte edificatoria di Adolf Loos sembra esser faccenda di superfici, viene subito la voglia di stilarne un catalogo, di far un elenco di materiali, forme e texture, che sia dettagliato e preciso per quantità, proporzioni e associazioni, come ben si addice ai reagenti di una reazione chimica, per definizione specifici e insostituibili.

L’ECOSISTEMA URBANO. TESTO DI MENNO SCHILTHUIZEN, BIOLOGO EVOLUZIONISTA. FOTOGRAFIE DI LUCA DE SANTIS, IN VIAGGIO LUNGO LA COSTA PACIFICA, DALLA COSTA RICA ALLA COLOMBIA

Se noi, abitanti delle città, aprissimo gli occhi all’affascinante processo dell’evoluzione urbana e alle inedite modalità con le quali la biodiversità urbana crea una catena alimentare, il nostro piacere di vivere in una città ne uscirebbe esaltato. Forse pensiamo che la Natura sia scomparsa dalle nostre giungle di cemento ma, se durante i nostri quotidiani tragitti a piedi nel nostro quartiere osserviamo con attenzione, tutto attorno a noi possiamo vedere le prove di un ecosistema ricco e affascinante.