Hervé veniva da Fatu Hiva, nelle Marchesi, l’isola più primitiva dell’arcipelago più primitivo della Polinesia francese. Era cresciuto nella nudità, solo una volta a Tahiti si era adeguato a quell’abitudine “d’importazione” di nascondere il corpo con abiti di foggia occidentale. Quella mattina era il nostro ultimo giorno a Tahiti, un lunedì, e non eravamo ancora riusciti a penetrare la valle di Papeeno. Hervé sembrava essere l’uomo giusto. Aveva una piccola compagnia di escursioni, fondamentalmente un pick-up bianco coperto, e un numero di telefono e se non rispondeva voleva dire che era nella montagna. Hervé ci tenne a dire subito che era un navigatore, un uomo di mare, la sua T-shirt aveva stampata l’Hokule’a, la canoa tradizionale della Polynesian Voyaging Society dove era spesso imbarcato, quella piroga a doppio scafo hawaiana che per tre anni ha girato il mondo usando le stelle, gli uccelli, le onde e portando il messaggio malama honua, abbi cura della Terra. Il secondo comandamento di Hervé era: onora gli antenati.
TAHITI. Croyance
Video intervista a Hervé Maraetaata, dal viaggio “Le isole di Tahiti, Oceano Pacifico”, pubblicato su Cartography No.3 / ottobre 2017.
Regia Luca De Santis. Musica TABU di Christine Ott